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Soft skills: al Master Smea un corso che offre un vantaggio competitivo ai manager di domani

22 maggio 2023

In un mondo del lavoro complesso e spesso fatto di relazioni, le soft skills sono sempre più richieste. In italiano si chiamano competenze trasversali, a sottolinearne la natura di abilità comuni a tutti i settori professionali e la differenza con le hard skills, o competenze specifiche, orientate a singoli ambiti e mansioni.

Se l’elenco delle soft skills è ampio e variegato, proviamo a indicarne alcune tra le principali prendendo quanto viene insegnato agli studenti del Master in Agrifood business della Smea in un corso dedicato a questo tema.

«Con gli studenti approfondiamo aspetti quali “comunicazione”, “team working”, “entusiasmo”, “professionalità”, “public speaking”, “problem solving” – ci spiega la professoressa Paola Pomi, docente all’Alta scuola di management ed economia agro-alimentare della Cattolica di Cremona e Chief executive officer di Sinfo One un’azienda di soluzioni IT e consulenza strategica, a riprova dello stretto rapporto che la Smea trattiene con il mondo delle imprese.

«In un contesto sempre più veloce, e dove a sopravvivere non è il più forte o il più intelligente ma il più capace di adeguarsi al cambiamento, è sempre più importante dare i corretti strumenti alle future leve – ci spiega la professoressa Pomi. Il mondo del lavoro moderno promuove l'integrazione delle diversità – prosegue Pomi – e solo così si ottiene innovazione e creatività. Le competenze hard e soft devono poter interagire con la stessa logica della “diversity”.

A cosa servono le soft skills

Si parte dalla considerazione che le competenze trasversali sono necessarie a tutti i profili professionali e personali, indipendentemente dal ruolo aziendale, dai settori di impiego, dai livelli di esperienza precedentemente sviluppati o dalle competenze tecniche.

Imparare a sviluppare le soft skills fornisce allo studente un vantaggio competitivo, e lo aiuta a riconoscere le cause e le ragioni di alcuni comportamenti, dandogli gli strumenti per raggiungere risultati nel lavoro e aprirsi a una carriera soddisfacente.

Il corso

Da come ci spiega la professoressa Pomi, a inizio corso gli alunni vengono invitati a creare gruppi che potranno lavorare in presenza o in videoconferenza. Sono gruppi “autogestiti”, nel senso che le regole di composizione e l’assegnazione dei ruoli al loro interno viene stabilita dal team stesso. Dopo la preparazione dei gruppi viene assegnato il lavoro che dovrà esser svolto al suo interno. Ogni gruppo avrà la possibilità di discutere lo stato di avanzamento del lavoro con la docente in quella che diventa una attività di coaching.

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