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Le strategie della marca privata in un'insegna della Gdo: il caso Carrefour Italia

20 dicembre 2018

Si chiamano private label e da anni hanno un'importanza crescente nell'attività della Grande distribuzione organizzata. Dette anche "marche private" vengono gestite direttamente dai distributori e servono a commercializzare prodotti che le catene distributive fanno produrre ad aziende terze. Delle dinamiche e dei problemi peculiari che caratterizzano le private label ha parlato Giovanni Panzeri, direttore MDD Carrefour Italia, in un seminario organizzato alla Smea dal professor Stefano Boccaletti, direttore del Master in agri-food business.

Molto spesso – ha spiegato Panzeri – le marche private risultano efficienti in termini di produzione, gestione e costi; ma dall'altro lato espongono la Grande distribuzione a criticità specifiche. Se accade un evento negativo riguardante un prodotto a marca privata, non ne risente solo quell'articolo ma immediatamente ne ha un danno di immagine l'intera catena distributiva. Un fenomeno che non accade, o è certamente attenuato, qualora a essere coinvolto sia un prodotto di un'altra azienda. Per questo motivo Carrefour ha adottato un sistema di comunicazione e controllo che dialoga e  monitora continuamente con i fornitori dei prodotti a marca privata. Comunque – ha proseguito il  direttore di MDD Carrefour Italia – ciò che conta davvero nella gestione di una private label è la qualità del prodotto. Una qualità da considerare in senso ampio e che deve stare al passo di molte dinamiche: dalla dieta che cambia ai nuovi stili di vita; dal concetto di benessere animale alla sostenibilità ambientale.

Un discorso che si lega all'altra grande sfida che tutta la Gdo (e non solo) ha di fronte. E che riguarda aspetti molto vasti, oggi sintetizzati con l'espressione "transizione alimentare". Si tratta in sostanza di far crescere nella società una maggior consapevolezza verso un consumo più rispettoso sia della salute che dell'ambiente; favorendo nel contempo sicurezza e trasparenza nei confronti delle filiere.

Da questo punto di vista – ha sottolineato Panzeri – Carrefour si è posta un traguardo ambizioso: diventare entro il 2022 leader mondiale nella transizione alimentare. E cioè preparare le condizioni per garantire ai propri consumatori un facile accesso a cibo di qualità, economico, sempre disponibile e con garanzie di sostenibilità a 360 gradi.

Strumento principe in questa sfida è la "blockchain". Tra le prime applicazioni in questo campo, Carrefour sta attivando questa tecnologia per i prodotti a base di pollo, con l'obiettivo di comunicare ai consumatori la qualità e la territorialità attraverso la registrazione su un database a "catena di blocchi" di tutti i dati riguardanti il ​​prodotto, dall'allevamento allo scaffale.

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