Esistono scelte di consumo ragionate, ponderate, che considerano tutte le opzioni disponibili e che rappresentano l’esito di una attenta analisi costi-benefici. Acquisti che, in qualche modo, si possono chiamare “algoritmici” perché seguono schemi pienamente logici e razionali. Poi ci sono le scelte “di impulso”, dominate dalle nostre emozioni e quasi per nulla governate dal ragionamento. E ancora, troviamo i meccanismi di consumo “euristici” che, utilizzando esperienze passate, sfruttano solo in parte le nostre capacità di ragionamento.
In altri termini – come spiega la psicologia dei consumi – le decisioni di consumo sono leggibili come l’esito di un conflitto fra tre consumatori dentro di noi: il consumatore “algoritmico”, quello “impulsivo” e quello “euristico”. Tale conflitto è indubbiamente esacerbato dalla crescente complessità degli stimoli informativi a cui siamo quotidianamente sottoposti circa le opzioni di consumo; complessità che mette a dura prova la capacità della nostra mente di elaborare correttamente tutte le informazioni.