21 ottobre 2021
“From farm to fork”, che si può tradurre con la formula “dall’azienda alla tavola”, è una delle grandi linee strategiche che la Commissione europea ha proposto per raggiungere il “Green deal”, il grande “accordo” a livello europeo su clima e ambiente, che prevede una serie di azioni volte a far raggiungere all’Unione europea neutralità climatica entro il 2050. Una serie di azioni, dicevamo, che riguardano e riguarderanno molti settori dell’economia e della vita sociale degli europei. Tra questi spicca “From farm to fork”, la linea strategica che riguarda il sistema agroalimentare.
Di questi aspetti ha parlato approfonditamente Pasquale Di Rubbo, Analista politico presso la Direzione generale Agricoltura della Commissione europea, in un seminario organizzato in forma mista (in presenza nel campus di Santa Monica e da remoto su piattaforma online) dalla Smea – Alta scuola di management ed economia agro-alimentare dell’Università Cattolica di Cremona. Nel dettaglio il titolo del webinar recita: The Eu Strategy on Farm to Fork and the Common Agricultural Policy post-2023: moving towards more sustainable food systems. In questo caso, l’inglese non è un vezzo ma sottolinea il forte orientamento all’internazionalizzazione che segna molta attività di Unicatt Cremona e di cui Smea è stata antesignana. Comunque, in italiano si può tradurre come “La strategia dell'Ue Farm to Fork e la politica agricola comune post-2023: verso sistemi alimentari più sostenibili”. Perché è chiaro che è di sostenibilità a 360 gradi che si sta parlando. Ed è ciò che Di Rubbo ha subito chiarito: quando si tratta di sostenibilità non ci si deve fermare all’aspetto ambientale che, seppur basilare, deve coniugarsi con gli aspetti di sostenibilità sociale ed economica. Quest’ultima, ad esempio, si deve tradurre in redditi adeguati e più equi a favore degli agricoltori, l’anello spesso più debole delle filiere agroalimentari.
Ma vediamo meglio i principali obiettivi generali della strategia Farm to fork. Come ha spiegato Di Rubbo al seminario Smea, la Commissione europea con questo piano intende ridurre l’impatto sull’ambiente e sul clima dell’attività agricola, sintetizzata dalla carbon footprint; guidare la transizione globale verso una competitività sostenibile dell’intera filiera agroalimentare, dalla produzione primaria sino alla tavola dei consumatori; cogliere nuove opportunità; creare un sistema agroalimentare forte e resiliente.
Tutto ciò attraverso alcune linee di azione. A cominciare dalla revisione della Direttiva sugli antiparassitari da compiersi entro il 2022. Ma sono molte le proposte in campo, ecco le principali. Viene prospettata una riforma della legislazione europea sul benessere animale; si pensa anche di prendere iniziative legislative per rafforzare la cooperazione tra produttori primari, anche a supporto del loro rafforzamento di mercato lungo la filiera; c’è poi una proposta per giungere a un'armonizzazione dell’etichettatura obbligatoria sulle confezioni di prodotti alimentari per consentire ai consumatori di fare scelte sane; e infine si punta a identificare obiettivi a livello europeo per la riduzione degli sprechi alimentari, compresa la revisione delle regole Ue sull’indicazione della data di scadenza dei prodotti alimentari.