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Business game Smea 2021: vince Cremona Cheese

Si tratta di Euro Food, un gioco aziendale attagliato sul settore agroalimentare

La squadra di Manzini, Codenotti e Uscello vince grazie a una buona strategia di creazione del valore

 

Da tempo i business game sono un must per un corso di management. Ma quello che offre Smea dell’Università Cattolica di Cremona ha una marcia in più, perché è stato creato ad hoc per il settore agroalimentare.

Questo grazie alla collaborazione, ormai da anni più che consolidata, con Management Utilities, che ha portato alla creazione di Euro Food. «La competizione di mercato oggi si è fatta sempre più aspra e la comprensione non solo del mercato, ma anche delle strategie a disposizione delle imprese diventano fattori imprescindibili per avere successo – ci spiega il professor Boccaletti, direttore del Master Smea. Un business game dedicato all’agroalimentare va proprio in questa direzione e consente di tenere conto delle specificità del settore agrifood, che lo rendono diverso da qualsiasi altro settore produttivo. Pensiamo a molte filiere – prosegue Boccaletti – come quella dei salumi o quella dei formaggi stagionati, dove passa molto tempo tra la decisione di produzione e la possibilità di vendita dei prodotti. In questi casi è necessario affrontare una variabile in più: le condizioni di mercato che si troveranno quando si potrà commercializzare i prodotti». 

Il business game è uno strumento formativo basato su dinamiche di sistema che tendono a riprodurre un ambiente interattivo competitivo in cui apprendere e mettere in pratica le problematiche aziendali. E funziona, perché coinvolge pienamente e direttamente lo studente. Tutto avviene in modo virtuale, ma è una modalità che proprio grazie alla semplificazione del mondo reale tende a concettualizzare i processi necessari alla pianificazione, programmazione, gestione di sistemi integrati. Anche per questi motivi il business game viene offerto a entrambi i corsi Smea: il Master di secondo livello in agrifood business, e la Laurea magistrale in agricultural and food economics.

Ma avere un “gioco aziendale” specificamente attagliato sul settore di riferimento dei propri studi è stato solo il primo passo. Come ci spiega Fulvio Ulessi – docente Smea, partner di Management Utilities e tra i maggiori esperti italiani di business game – il vero salto di qualità è stato rendere questi strumenti “intelligenti”. La sfida era spingerli sempre più verso l’interattività oltre che concepirli sempre più adattativi, per adeguarsi alle situazioni che nel corso delle azioni si vanno delineando. «Noi abbiamo a che fare con software che generano simulazioni – sottolinea Ulessi – e proprio per aumentarne l'adesione alla situazione economica e di mercato che si trova nella competizione quotidiana tra aziende vere, il software dei nostri business game reagisce alle decisioni prese da un gruppo anche in funzione delle scelte contestuali degli altri team. Ed è proprio questa competizione, animata dall'interattività dei nostri business game, a trasformare una semplice applicazione di quanto appreso a lezione in un gioco integrato e concretamente formativo».

«Se nel 2020 il business game Smea è stato svolto interamente da remoto – precisa Ulessi – quest’anno è stato possibile mixare la modalità online con quella, finalmente, in presenza, nello splendido campus di Santa Monica. D’altro canto, la possibilità di applicare questa attività formativa da remoto è importante e va ad anticipare il futuro, quando le interazioni tra studenti e docenti saranno sempre più di tipo integrato tra dimensione offline e dimensione online; per lavorare maggiormente in maniera decentrata, con molti interscambi e con momenti individuali che si intrecceranno a fasi di lavoro di squadra».

Ma veniamo alla gara di quest’anno, che è stata vinta da un gruppo di studenti del Master in agrifood business, attraverso la presentazione e conduzione di un’azienda virtuale chiamata Cremona Cheese Factory operante, come indica il nome, nel settore lattiero-caseario. I tre studenti della squadra vincente –

Paola Codenotti, Pietro Antonio Uscello, Stefano Manzini – hanno impostato una buona strategia di creazione di valore, mostrando grande capacità di ascoltare il mercato e le opportunità che venivano a crearsi.

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